giovedì 18 febbraio 2016

Di asini, papà e bambini



Due asini.
Uno grande, uno piccolo.
Papà e bambino che passano del tempo insieme e si divertono. Il succo è tutto qui.
Ma c'è qualcosa in più.

Gaetano è nato dalla matita di Sualzo nel 2005 quando ancora non c'era nessuna storia. Disegnò un asino che andava di corsa, le orecchie spinte indietro dal vento, gli zoccoli sospesi da terra, le corte gambette tese nello slancio. Mi fece molto ridere e da lì a poco iniziammo a chiederci chi fosse.
L'opportunità per scoprirlo arrivò con il mensile GBaby e il suo direttore, Stefano Gorla che stava cercando storie per i piccolissimi. Fumetti come esperienze di pre-lettura. Brevissime storie, balloon con stampato maiuscolo, attenzione ai passaggi logici tra le sequenze.
Iniziammo a pensare storie di due tavole. Affiancammo a Gaetano una spalla, una bambina. Gaetano era sostanzialmente un combinaguai che oscillava tra entusiasmo esagerato e pigrizia. Le storie sono uscite sulla rivista per sette anni. Una bellissima scuola.

Ogni anno ci ripromettevamo di tentare il salto fuori dalla doppia pagina per una storia più lunga. Diversi tentativi sono andati a vuoto.
Poi c'è stata un'occasione perfetta. Bao Publishing chiese a Sualzo di proporre una storia per quella che poi sarebbe stata l'etichetta Ba-Bao.

Sualzo e io ricominciammo a pensare.

Chi è Gaetano. Chi c'è con lui. Che fa. Che gli frulla in testa.

Nel mezzo di quella esplorazione accade un evento che segnò profondamente noi e tutta la piccola comunità in cui viviamo. Due fratellini rimasero improvvisamente orfani della mamma.
Da un momento all'altro soli con papà.


Quando abbiamo scritto la prima storia di Gaetano e Zolletta pensammo per tutto il tempo a loro. Uno dei due bambini amava e ama la pesca. Il nostro primo libro iniziò così su un piccolo pontile per finire sulla Luna.



Lo scorso anno siamo tornati a scrivere per i nostri due asini. Come per la prima, abbiamo voluto che anche nella seconda ci fosse un concentrato di avventura, imprevisti, soluzioni ingegnose, divertimento ma anche di tenerezza, vicinanza, manifestazione del proprio affetto. Volevamo che in pagina genitore e bambino potessero ritrovare lo stupore di essere un dono l'uno per l'altro.

A partire dal 2014 con l'uscita del primo volume Un posto perfetto e ora con La supersorpresa abbiamo portato questi due personaggi in tante scuole, festival, librerie incontrando numerosissimi bambini. Il fatto che nella storia ci siano solo papà e bambino non fa nessun problema perché lo spirito d'avventura catapulta subito i lettori nella storia e la consistenza di Gaetano come papà mette al riparo da ogni tristezza.



Qualcuno a volte fa la sua ipotesi sul perché non ci sia la mamma.
Tanti bambini attraversano la separazione dei propri genitori e vivono l'esperienza di un tempo diviso tra quello della mamma e quello del papà. Per loro quindi non è affatto un mistero.
Se vogliono condividere le loro osservazioni, le accogliamo.
Dunque, dentro una storia apparentemente semplice, alcuni bambini trovano qualche cosa che li rappresenta senza che la si dichiari in partenza.

Tutto questo per dire che non è stata un'operazione indolore pensare i nostri due asini così come sono. Io stessa ho dovuto sforzarmi un poco nel mantenere l'idea inziale di questa coppia. Perché quando si tratta di bambini (anche un asino bambino) tendo a desiderare di ricomporre tutto, ogni frattura, ogni crepa. Sanare, medicare.
Una protezione, sì, ma anche il mio personale "censore interno".
Natalie Goldberg lo descrive così: «un meccanismo interiore che cerca di tenere tutto sotto controllo e dimostrare che il mondo è qualcosa di solido e permanente, durevole e logico. Ma il mondo non è affatto permanente. Il mondo cambia in continuazione ed è pieno di sofferenza umana».

Lasciato da parte questo censore interno abbiamo scritto una storia di amore tra un papà e il suo bambino. E abbiamo capito che è questo che medica e risana. E ci siamo divertiti e commossi.


Qualche giorno fa ho finalmente potuto leggere il bel libro di Matteo Pelliti, Dal corpo abitato (Luca Sossella editore). Poesie sulla casa che si sgretola e diventa plurale, sull'identità e la sua trasfromazione attraverso un trauma familiare e personale come quello della separazione.
Ma dentro questo libro io ho trovato soprattutto un papà e una bambina.




Insomma, nelle nostre piccole storie di asini abbiamo voluto mettere due avventure per tutti i bambini e per tutti i genitori ma abbiamo anche nascosto una chiave per i bambini che stanno vivendo una decisione che non è loro, sulla quale non possono fare niente.
Se non prendere tutto il buono che c'è (ed è tanto, tantissimo) nell'amore di chi si occupa di loro con dedizione, pazienza, allegria.

P.S.

Gaetano e Zolletta La supersorpresa, la nuova storia, è dedicata al giorno in assoluto più atteso dai bambini. Secondo il nostro sondaggio (fatto su centinaia di bambini) la classifica è questa:
Al terzo posto: il giorno della fine della scuola.
Al secondo posto: Natale.
Al primo posto: il proprio compleanno.


Non che i bambini che abbiamo incontrato facciano chissà che cosa in quel giorno ma solo immaginarlo dà loro una specie di euforia piena di possibilità. Sì, i bambini vivono il presente, verissimo. Ma hanno una capacità straordinaria di immaginare il futuro. E di goderne mentre lo immaginano.
Anche Giacomo Leopardi, che di sicuro non portava inviti al proprio compleanno su di un sidecar guidato da Monaldo, definiva la propria infanzia come quel “benedetto e beato tempo, dov’io sperava e sognava la felicità, e sperando e sognando la godeva".










giovedì 4 febbraio 2016

Finalmente qui





Ho iniziato a scrivere le brevi poesie di questo libro un paio di anni fa. Un piccolo gruppo. La sollecitazione è arrivata da amici che stavano avendo i loro bambini e così mi capitava di nuovo di prendere in braccio, cullare, accarezzare un neonato.
Un'esperienza che ho sempre cercato fin da quando, ancora piccina, chiedevo con insistenza di visitare l'asilo nido confinante la scuola dove insegnava mia mamma. Se mi veniva concesso di stare accanto a un bambino di pochi mesi io lo sentivo come una specie di miracolo.
Intorno ai sedici anni in edicola compravo tre riviste: Windsurf, Poesia e Insieme.
Ho avuto la mia prima bambina abbastanza presto secondo le statistiche attuali. Avevo ventiquattro anni quando è nata Beatrice. Desiderata moltissimo, attesa con l'inconscienza della prima volta, una lunga attesa piena di forza, energia, molta meraviglia e gratitudine per il mio corpo che fino a quel momento mi aveva portato qua e là, fatto andare in bicicletta, studiare, amare, correre e adesso riusciva pure in questa impresa.

Poco prima di partorire, senza cercarle, arrivarono alcune brevi poesie. Una specie di eccedenza di stupore e di mistero che aveva finito di lavorare in me e ora sentivo di voler dire anche fuori.
È accaduto lo stesso anche con gli altri due figli. Pochi versi in un tempo irripetibile.
Quando però sono nati, nel tempo della cura, allattamento, accudimento era come se le parole da scrivere sparissero. E sparissero per mesi e mesi. Semplicemente non scrivevo più versi per un  tempo che percepivo lunghissimo. Tutte le parole precipitavano in quella lingua sorprendente e allo stesso tempo simile alla litania che sentivo crescere e fluire ogni volta che avevo tra le braccia il mio bambino appena nato. Parole, paroline, sensate e prive si senso, parole dentro i baci, parole nelle orecchie, sui piedini, affondate nella pancia, nel solletico, sotto il collo, dietro la guancia. Invenzioni, tiritere. Tutte le parole finivano lì.

Il motivo era abbastanza semplice da capire. Lo dice anche questo un distico, l'unica poesia che ho scritto subito dopo una nascita, quella di Beatrice che ha inaugurato tutto.

Il pianto la fame la cura il sonno.
Il giorno ruota attorno a questo sole.


Il tempo della cura si prendeva gioiosamente tutto, interamente tutto. Anche la parola ruotava attorno a quel sole pieno di bisogno, sempre acceso.

Ora è arrivato questo libro. Quattordici brevi poesie pensate per neonati, i bambini sì, ma anche  mamme e papà che sono nati insieme a loro. È una breve raccolta per festeggiare alcune conquiste del primo anno. Con tenerezza e con fiducia.



Le immagini sono di Sualzo che ringrazio tanto per aver rivoluzionato il suo modo di disegnare cercando di trovare un punto di vista adatto. Quello del dettaglio e della minima distanza.
Insieme ringraziamo di cuore Stefania Costa, Angela Catrani, Alfonso Cuccurullo e l'editore Bacchilega che ha dato ascolto a quello che era ancora un desiderio.

Qui potete vedere un brevissimo booktrailer.




P.s.
Per grandi problemi durante la gravidanza, mia mamma ha dovuto vegliare tutto il mio primo anno con una preoccupazione costante, un cuore allarmato e una grande fiducia che potessi fare ciao, deglutire, afferrare, vedere, sentire, camminare.
Nel cuore dedichiamo questo libro a tutti i bambini per i quali il primo anno è pieno di ostacoli e pericoli. Forza forza forza.

(Ah, grazie mamma. Sempre).

Scrivere in libreria!


Ad Arezzo, presso la bellissima libreria La Casa sull'albero
un laboratorio di scrittura per insegnanti della Scuola Primaria.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...